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Nausicaa.I.
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Leggi la storia e rispondi: ti sembra uguale o diversa rispetto alla favola de "Il leone e il topo"? Perchè? Pensaci bene...ne parleremo in classe e ci servirà anche il tuo aiuto!
IL MACININO MAGICO
Una volta c’erano due fratelli, uno povero e uno ricco.
Il primo non aveva più niente da mangiare, perciò andò dal secondo e gli chiese qualcosina per il pranzo.
Quello non seppe dirgli di no, ma siccome era molto avaro, di malavoglia gli tirò dietro un prosciutto, gridando:
- E adesso fammi il piacere di andartene all’inferno!
- D’accordo. - disse l’altro - Se proprio lo vuoi...
Si mise in cammino e arrivò fino in fondo al bosco, dove c’era un vecchietto che spaccava la legna. Il ragazzo
povero gli chiese:
- È questa la strada per l’inferno?
- Se è là che vuoi andare, sei arrivato. - rispose ilvecchio boscaiolo.
- Salta in quella buca e troverai una porta. Ti faranno entrare senza problemi, perché al diavolo piace il
prosciutto, perciò vedrai che vorrà il tuo; ma tu cedilo solo se in cambio ti darà il macinino che sta nella
credenza. Poi torna da me: farò la tua fortuna!
Il giovane ringraziò e andò a bussare alla porta dell’inferno, dove accolsero con tutti gli onori sia lui che
il prosciutto, offrendosi di comperarlo a peso d’oro.
- Oro? Non chiedo tanto! Mi accontenterò del vostro vecchio macinino.
Il diavolo all’inizio non voleva, ma il prosciutto mandava un tale profumo che alla fine si convinse e l’affare fu
concluso: prosciutto in cambio del macinino. Uscito dall’inferno, il fratello povero tornò dal boscaiolo.
- Ecco qua il macinino. - gli disse - E adesso che me ne faccio?
- Usalo così... e gli sussurrò all’orecchio come usarlo e quali parole magiche dire.
Appena ebbe imparato, il giovane corse a casa, mise il macinino sul tavolo, mormorò le parole magiche e
il macinino cominciò a macinare producendo pane e carne, birra e aringhe, candele e tovaglia...
Bastava chiedere, e frrrrr, il macinino procurava ogni cosa.
In quel momento arrivò il fratello ricco e senza neppure bussare entrò.
- Come! - esclamò davanti a tutto quel ben di Dio - Poche ore fa stavi morendo di fame e adesso sul tuo tavolo
c’è un pranzo da re. Scommetto che l’hai rubato.
- Per chi mi prendi? - disse il povero. - Questa roba è mia. E posso averne anche di più.
Poi gli raccontò del macinino e di come se lo era procurato.
- Il prosciutto era mio, perciò il macinino spetta a me! - si mise a strepitare il ricco, e strillando e strattonando
si prese il macinino e se lo portò a casa.
Il giorno dopo ordinò al macinino di macinare polenta bollente e ben condita. Il macinino subito riempì scodelle
e pentole, piatti e scifelle, paioli e mestoli... e quando ebbe riempito tutti i recipienti, cominciò a traboccare sul
pavimento.
- Fermati! - gridava l’uomo, ma non c’era niente da fare, perché non conosceva la parola magica capace di farlo
smettere: il suo furbo fratello non gliel’aveva detta. La polenta cresceva, cresceva. Ormai aveva riempito la casa
intera e usciva dalle finestre e dalla porta, inseguendo l’uomo che correva a più non posso giù per la collina.
- Fratello mio, riprenditi quel macinino maledetto, o la mia terra sparirà sotto un mare di polenta!
L’altro, però, per riprenderselo volle cento monete d’oro, una sull’altra. Così il fratello ricco fu punito a dovere e
il fratello povero non fu mai più povero.
Edited by Nausicaa.I - 25/5/2015, 22:26.